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Dimissione protetta e assistenza post-ospedale con Europ Assistance

La dimissione assistita (o dimissione protetta) si riferisce alla combinazione di azioni che guidano il trasferimento del paziente dalla struttura ospedaliera, in cui è ricoverato, al proprio domicilio o presso una casa di cura. Queste azioni sono indirizzate a garantire la maggiore continuità possibile sia a livello terapeutico, che a livello assistenziale. La qualità e la sicurezza della dimissione ospedaliera è determinata da una varietà di fattori legati al tipo di dimissione, alla configurazione dei diversi fornitori di assistenza, alla disponibilità di risorse e, soprattutto, alle relazioni tra gli attori in termini di comunicazione, decisione, realizzazione e pianificazione congiunta. Questi problemi rappresentano potenziali fonti di rischio: la mancata comunicazione e pianificazione congiunta dei servizi può portare a una ridotta integrazione tra gli attori e a una conseguenza assistenza poco professionale. Europ Assistance, con la polizza sanitaria Eura Salute 360° Protezione Malattia, aiuta ad affrontare le dimissioni ospedaliere e a pianificare con tranquillità i servizi di assistenza successivi.


L’importanza della dimissione protetta

La dimissione dall'ospedale rappresenta il momento cruciale in cui termina l'assistenza ospedaliera, con il conseguente trasferimento delle cure in corso ad altri ambienti: primari, comunitari o domestici. Dunque, questa può risultare più o meno lunga, a seconda della gravità dell’infortunio o della patologia. L'organizzazione di tale assistenza transitoria, in genere, coinvolge diversi e molteplici attori, sia sanitari, che di assistenza sociale, anche domiciliare. Tutte le persone coinvolte devono coordinare perfettamente le loro attività e competenze in modo che i pazienti ricevano cure integrate e sicure. La complessità intrinseca del coordinamento di un gran numero di attori, spesso espressioni di organizzazioni distinte, rende la dimissione ospedaliera un evento di estrema vulnerabilità per il paziente. Per questo motivo è opportuno mettere in atto tutte le azioni necessarie a realizzare le condizioni che delineano il protocollo delle dimissioni protette. Eura Salute 360° Protezione Malattia prevede misure di supporto per i caregiver che dovranno assistere il paziente dopo le dimissioni.


I rischi della dimissione non pianificata

Un esempio di problematicità che può scaturire dalla mancata pianificazione della dimissione ospedaliera è la cosiddetta dimissione ritardata, che si verifica nel caso in cui la permanenza del paziente in ospedale si protragga oltre il necessario a causa dell'incapacità degli attori coinvolti di coordinare adeguatamente le cure post-ospedalizzazione. La dimissione ritardata, subita da quasi il 30% delle persone anziane, comporta una serie di rischi:
• crea dipendenza emotiva all’ambiente ospedaliero: il paziente, specie se anziano, si sente al sicuro e teme di tornare a casa o di ritrovarsi in un nuovo ambiente di cura con operatori estranei;
• crea dipendenza fisica: il paziente, costretto in un ambiente ristretto, si abitua alla sua condizione al punto da temere le dimissioni;
• se il paziente è ricoverato in una struttura privata, la dimissione ritardata comporta, ovviamente, costi aggiuntivi.
Parallelamente, anche la dimissione prematura o la dimissione senza adeguate e precise disposizioni per il proseguimento delle cure, può complicare enormemente il recupero del paziente. I problemi delle dimissioni mal pianificate costituiscono una delle sfide più grandi dell'integrazione dell'assistenza sanitaria e sociale e sono da imputarsi a:
• scarsa comunicazione tra assistenza sanitaria e assistenza sociale;
• coinvolgimento inadeguato del paziente e della famiglia;
• eccessivo affidamento sull'assistenza informale;
• mancanza di attenzione ai bisogni speciali dei soggetti vulnerabili.

Come garantire una dimissione sicura

La pianificazione delle dimissioni è il processo di identificazione dei bisogni sanitari essenziali dei pazienti dopo aver lasciato l'ospedale. Garantire una transizione sicura dall'ospedale a casa richiede un approccio sistematico, che include la partecipazione di medici, personale ospedaliero, pazienti e loro famiglie. La dimissione dall'ospedale al domicilio, o in altra struttura, richiede il corretto trasferimento delle informazioni dai medici al paziente, alla famiglia, ai caregiver o alla struttura di accoglienza, per ridurre gli eventi avversi e prevenire le riammissioni in ospedale. Le statistiche dimostrano che il 19% dei pazienti ha manifestato un evento avverso entro tre settimane dalla dimissione. Le complicanze più comuni post-dimissione includono la mancanza o errata assunzione di farmaci, seguiti da lesioni correlate alla procedura di assistenza. I passaggi necessari a garantire una transizione dall'ospedale tempestiva, sicura e centrata sul paziente, costituiscono un vero e proprio protocollo delle dimissioni protette che include:
• comunicazione efficace tra tutti gli attori coinvolti;
• allineamento dei servizi per garantire la continuità delle cure;
• sistemi e processi efficienti per supportare le dimissioni e il trasferimento delle cure;
• identificazione precoce della data di dimissione o di trasferimento in ambiente di cura differente.

Perché una buona pianificazione delle dimissioni è così importante?

La pianificazione delle dimissioni deve iniziare il giorno del ricovero ospedaliero. Anche se questo non è sempre il caso, i membri della famiglia devono essere consapevoli che la maggior parte dei pazienti ospedalieri non è lì per lunghi periodi di tempo. Spesso i pazienti vengono dimessi dagli ospedali più rapidamente di quanto sarebbe necessario e in condizioni peggiori rispetto al passato (si pensi ad esempio alla convalescenza post operatoria), il che rende ancora più critico organizzare una buona assistenza dopo il rilascio. Inoltre, molti studi hanno dimostrato che fino al 40% dei pazienti con più di 65 anni sono incorsi in errori terapeutici dopo aver lasciato l'ospedale e il 18% vi fa ritorno, per carenze della continuità assistenziale, entro 30 giorni dalle dimissioni.


Linee guida delle dimissioni protette

La pianificazione delle dimissioni è un processo utilizzato per decidere di cosa ha bisogno un paziente per passare senza problemi da un livello di cura a un altro. Solo un medico può autorizzare la dimissione di un paziente dall'ospedale, ma l'effettivo processo di pianificazione può essere completato dall’operato di un assistente sociale, un infermiere o un case manager. Idealmente, e soprattutto per le condizioni mediche più complicate, il ritorno al domicilio viene eseguito con un approccio di squadra e seguendo linee guida ben definite che comprendono: • valutazione del paziente da parte di personale qualificato;
• discussione con il paziente o chi lo rappresenta (familiare o tutore);
• pianificare il ritorno a casa o il trasferimento in un'altra struttura di assistenza;
• determinare se è necessaria la formazione del caregiver.
La pianificazione deve includere la considerazione delle condizioni fisiche del paziente, prima e dopo il ricovero e dei dettagli sui tipi di cure che saranno necessarie. Inoltre, è necessario valutare la probabilità che le condizioni del paziente migliorino o peggiorino; per quali attività potrebbe aver bisogno di aiuto e quale attrezzatura potrebbe essere utile.
Il ruolo del case management nella pianificazione delle dimissioni protette

Una dimissione ospedaliera può essere un’esperienza difficile per il paziente e i suoi familiari che hanno già dovuto affrontare la drammaticità della malattia e del ricovero. I coniugi e le famiglie devono valutare le capacità del paziente, l’adattabilità della propria casa all’assistenza domiciliare, l’eventualità di dover ricoverare il proprio caro in una struttura che non conoscono. È qui che assume importanza determinante, quasi risolutiva, il ruolo del case management dell’ospedale. Molti ospedali cominciano ad avere uno staff di gestione dei casi - alcuni li chiamano pianificatori di dimissioni - per aiutare le famiglie a capire qual è il posto migliore per un paziente in via di guarigione. Questa figura può aiutare l’organizzazione per il ritorno a casa, nonché aiutare l'ammissione in case di cura o altre strutture. Le differenze tra case management e care management Il case management ha un approccio indirizzato alla riabilitazione e prevede una ampia gamma di compiti. Al contrario del care management, il quale è focalizzato esclusivamente sulla cura del paziente e sulla creazione di una transizione graduale tra diversi trattamenti e fasi di cura, il case management si concentra sulla riabilitazione e sul recupero nel suo insieme. Le attività di care management includono:
• visite domiciliari per monitorare le condizioni di vita e i progressi dei pazienti;
• assicurarsi che l'assistenza soddisfi i requisiti legali e medici;
• assicurarsi che il paziente sia consapevole dei propri diritti e che vengano rispettati;
• offrire consigli o informazioni al paziente e alla sua rete di supporto;
• fornire informazioni su come migliorare l'assistenza.
La soluzione di Europ Assistance per la gestione delle dimissioni ospedaliere Europ Assistance con Eura Salute 360° Protezione Malattia è la soluzione perfetta per affrontare al meglio un’eventuale dimissione ospedaliera al proprio domicilio. Include servizi essenziali che, in una situazione complicata come l’assistenza di un paziente convalescente, risultano determinanti per assicurare serenità e tranquillità ai familiari che se ne prendono cura. Eura Salute 360° Protezione malattia prevede:
• il recapito presso la propria abitazione delle medicine indispensabili alla cura del paziente assistito;
• il sostegno concreto di operatori qualificati (infermieri specializzati, collaboratori domestici etc.);
• il risarcimento degli importi spesi per le cure;
• un indennizzo in caso di patologie particolarmente gravi;
• il riconoscimento di una diaria per l’eventuale ricorso alla terapia intensiva durante il ricovero in ospedale.
La diaria è riconosciuta anche se il ricovero in terapia intensiva è dovuto a infezione da Sars-Covid 19 (compresa la quarantena).