Protezione digitale e cybersecurity: italiani preoccupati per la sicurezza online, ma non abbastanza protetti

Principali evidenze

Target Consumer

  • Il 41% degli italiani si sente esposto ai rischi informatici con preoccupazioni maggiori per figli (48%)e familiari anziani (45%). I giovani fra i 25 e i 34 sono più preoccupati (46%) rispetto alla media (38%).
  • Il 78% degli italiani considera gli attacchi informatici una fonte di stress e ritiene che le competenze personali non bastino a garantire la sicurezza. Per il 49% è necessario l’aiuto di un esperto.
  • La paura più diffusa è il furto d’identità (56%), soprattutto fra i giovani (68% nella fascia 25-34).
  • Relativamente ai pagamenti digitali, il 60% è preoccupato per il proprio conto bancario e il 56% teme una violazione dell’account Amazon o Paypal.
  • Virus (51%), malware (45%) e phishing (45%) sono i rischi più noti.
  • Il 62% degli italiani afferma di conoscere le soluzioni per proteggere la propria identità online.
  • Il 79% utilizza un antivirus/antimalware per proteggere il computer, ma solo la metà possiede un sistema di protezione per lo smartphone (51%).
  • Appena il 37% degli italiani conosce gli anti-ransomware.
  • Il 49% ritiene che aziende e Istituzioni non stiano facendo abbastanza.
  • Oltre il 30% del campione è stato vittima di un attacco informatico o conosce qualcuno che ne ha subìto uno. Il 45% degli attacchi è avvenuto nell’ultimo anno.

Target PMI

  • Cresce la percezione del rischio sull’esposizione delle aziende ad attacchi informatici (38%, +8% vs 2023).
  • Metà degli intervistati è preoccupato di rimanere vittima di un crimine informatico ai danni dell’azienda (50%) o che questa subisca un furto d’identità (49%). Il 58% (+9% rispetto al 2023) teme un furto delle informazioni della carta di credito aziendale e il 57% la violazione di conti bancari o account dell’azienda.
  • Il 48% del campione è spaventato dalla quantità di modi in cui l’identità aziendale può essere
  • compromessa, con__ il 34% che ritiene probabile un cyber attacco__.
  • Il 60% crede che lavorare da remoto comporti più rischi informatici a causa dell’utilizzo di una rete meno sicura e di dispositivi personali (56%).
  • Virus (58%), malware (57%) e phishing (52%) sono i rischi più conosciuti, seguiti dai ransomware (45%,+8% vs 2023).
  • Il 78% conosce le soluzioni per proteggere l’identità online; il 52% (+5% vs 2023) conosce gli anti-ransomware.
  • La gestione e protezione delle password (68%, +11% vs 2023) è una delle strategie più utilizzate per la protezione dei dati sui PC.
  • Circa la metà del campione dichiara che lui o la sua azienda sono stati vittima di un attacco o di conoscere qualcuno che ne ha subìto uno. Il 57% degli attacchi subìti si è verificato nell’ultimo anno (+18% vs 2023).

La protezione dei dati personali è sempre di più una priorità per milioni di italiani, che quotidianamente trascorrono parte della loro giornata online, per ragioni personali e professionali.

Il timore di subire, in qualunque momento, un furto di identità o un crimine informatico è sempre più diffuso.

In occasione del Data Protection Day 2025, Europ Assistance Italia diffonde i risultati della ricerca “Protezione digitale e cybersecurity”, realizzata in collaborazione con Lexis Research e condotta sia fra i consumatori finali che su un campione rappresentativo di aziende di piccole dimensioni*.

Esposizione ai rischi: timori e preoccupazioni

Target Consumer

Il 41% degli italiani si sente personalmente esposto ai rischi legati alla cybersicurezza e al furto d’identità e teme soprattutto per i figli (48%) e per i familiari anziani (45%).

In generale, il 38% del campione è preoccupato per i rischi relativi all’uso del web. Il dato sale al 46%, superando la media, fra gli intervistati di età compresa fra i 25 e i 34 anni.

Il furto d’identità è la paura più diffusa (56%), in particolare nella fascia 25-34 anni (68%), seguita da quella di diventare vittima di un crimine informatico (55%). Il 60% di coloro che si preoccupano per i pagamenti e acquisti online teme di subire una violazione del conto corrente bancario, il 55% della carta di credito e il 56% degli account Amazon o Paypal.

Il 54% degli intervistati dichiara di essere preoccupato che i propri figli siano vittima di cyberbullismo, che siano adescati in rete da predatori sessuali (53%) o che subiscano un furto di dati personali (52%).

Il 49% del campione pensa di poter subire un furto d’identità e di dati personali in qualsiasi momento e la stessa percentuale crede che aziende e Istituzioni non stiano facendo abbastanza per proteggere le informazioni personali. Sempre il 49% ritiene di avere bisogno dell’aiuto di un esperto, mentre il 51% non si sente in grado di tutelarsi da solo. Nel caso di un furto d’identità, il 47% non saprebbe come agire.

Target PMI

Il 38% (+8% rispetto al 2023) dei proprietari di piccole aziende e dei responsabili della protezione informatica considera elevato il rischio di subire attacchi informatici o furti di identità. Il 34% è preoccupato per l’utilizzo del web nelle attività lavorative, specie nelle aziende con più di 10 dipendenti (43%).

Per sentirsi protetto, il 59% del campione ritiene necessario l’aiuto di un esperto e il 54% non pensa di essere in grado di proteggere la propria azienda da solo.

Il 48% è spaventato dalla quantità di modi in cui l’identità aziendale può essere compromessa e il 44% è convinto che aziende e Istituzioni non stiano facendo abbastanza. Il 43% crede che la propria azienda possa subire un attacco informatico in qualsiasi momento.

I timori più diffusi riguardano crimini informatici ai danni dell’azienda (50%), furto d’identità (49%) e subire un attacco ransomware (46%). Relativamente ai pagamenti online, il 58% teme il furto delle informazioni della carta di credito aziendale e il 57% la violazione del conto corrente o degli account Amazon o Paypal dell’azienda; il 55% teme l’uso improprio dei dati aziendali per aprire un conto corrente o richiedere un prestito a nome della Società.

Infine, il 60% del campione ritiene che il lavoro da remoto comporti più rischi informatici a causa di una rete meno sicura e dell’uso dei dispositivi personali (56%).

Conoscenza dei rischi e delle precauzioni utili ad evitarli

Target Consumer

I rischi legati al web più conosciuti sono virus (51%), malware (45%) e phishing (45%), mentre le App dello smartphone sono considerate lo strumento più affidabile (52%), seguite dai siti web (50%).

Il 62% degli italiani, in linea con il 2023, dichiara di conoscere le soluzioni per proteggere la propria identità, in particolare antivirus/antimalware/antiphishing (32%), sistemi VPN e di navigazione in incognito (15%) e la gestione delle password (14%), anche se __solo il 40% afferma di cambiarle spesso.

Antivirus e antimalware sono utilizzati soprattutto per proteggere il computer (79%), mentre solo circa la metà degli intervistati possiede un sistema di protezione per il proprio smartphone (51%), il cui utilizzo è cresciuto del 56% negli ultimi 5 anni.

Solo il 37% del campione conosce gli anti-ransomware e sono ancora meno coloro che ne possiedono uno: solo il 21% li usa sul proprio PC, il 16% sullo smartphone e il 17% sul tablet.

Target PMI

Più della metà del campione è consapevole dei rischi informatici legati a virus (58%), malware (57%) e phishing (52%) e circa il 45% sa anche cosa sono i ransomware (+8% rispetto al 2023).

Di conseguenza, il 78% dichiara di conoscere soluzioni per proteggere l’identità online, in particolare gli antivirus/antimalware/antiphishing (59%), considerati anche i più efficaci (dal 65%). Nelle aziende, l’82% del campione utilizza antivirus e antimalware per la protezione del PC, il 68% per il tablet e il 65% per lo smartphone aziendale (+11% rispetto al 2023). Il 52% (+5% vs 2023) dichiara di conoscere gli anti-ransomware e cresce anche l’uso di queste soluzioni.

Gestione e cambio delle password è fra le strategie più utilizzate per tutelare le informazioni online. Più della metà del campione (55%) cambia spesso le proprie password e solo il 5% lo fa raramente o mai. Il 28% utilizza le stesse password sia in ambito personale che lavorativo.

Attacchi: tipologie e soluzioni

Target Consumer

Oltre il 30% degli intervistati dichiara di essere stato vittima di un attacco ai propri dati personali o di conoscere persone che ne hanno subìto uno; di questi, il 45% sono avvenuti nel corso dell’ultimo anno.

Fra le tipologie di attacco più diffuse, ci sono la ricezione di e-mail sospette o di telefonate indesiderate, virus e phishing, il furto di informazioni della carta di credito e il furto d’identità.

Il 35% del campione, con percentuali che arrivano fino al 41% nella fascia d’età 25-34, considera probabile il rischio di rimanere vittima di cyberattacchi a livello personale (+4% rispetto al 2023). Il 39% ritiene maggiormente a rischio i propri figli o il coniuge e il 43% i familiari anziani

Targer PMI

Circa la metà (51%) del campione dichiara che lui o la sua azienda sono stati vittima di un attacco ai dati aziendali o di conoscere qualcuno che ha subìto attacchi simili. Il 57% di tali attacchi si è verificato nell’ultimo anno (+18% rispetto al 2023).

Virus, phishing e ransomware sono le tipologie di attacco più diffuse. Il 34% degli intervistati ritiene probabile che la propria azienda subisca un cyber attacco, soprattutto fra quelle con un numero di dipendenti compreso tra 4 e 10 sono (43%).

*Più di 800 interviste (50% uomini, 50% donne) effettuate online in Italia a dicembre 2024 sul target cliente finale e più di 200 interviste online a proprietari di aziende e/o responsabili nella ricerca di soluzioni per la protezione digitale e informatica, su un campione di aziende aventi massimo 20 dipendenti.

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